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Accordo Interregionale Transnazionale - Interventi per il miglioramento dei servizi per l'inclusione socio-lavorativa dei soggetti in esecuzione penale - 27 aprile 2011

27 aprile 2011

Il MINISTERO DELLA GIUSTIZIA - Dipartimento Amministrazione Penitenziaria

e

LE REGIONI E PROVINCE AUTONOME:

PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO
PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO
REGIONE ABRUZZO
REGIONE CALABRIA
REGIONE EMILIA-ROMAGNA
REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA
REGIONE LAZIO
REGIONE LIGURIA
REGIONE LOMBARDIA
REGIONE MARCHE
REGIONE PIEMONTE
REGIONE PUGLIA
REGIONE SARDEGNA
REGIONE SICILIA

nell'intento di contribuire al raggiungimento degli obiettivi e delle strategie dell’Unione europea sull’occupazione e l’inclusione sociale

 

Premesso

che il regolamento del Fondo sociale europeo n. 1081/2006 coerentemente con la strategia europea per l'occupazione, si concentra su determinati ambiti di applicazione e uno di questi è potenziare l'inclusione sociale delle persone svantaggiate ai fini della loro integrazione sostenibile nel mondo del lavoro, promuovendo tra l’altro percorsi di integrazione e reinserimento, nonché misure di accompagnamento e relativi servizi di sostegno, servizi collettivi e di assistenza che migliorino le possibilità di occupazione

che la Commissione europea ha pubblicato, nel mese di ottobre 2007, la Comunicazione “Modernizzare la protezione sociale per una maggiore giustizia sociale e la coesione economica: portare avanti il coinvolgimento attivo delle persone più lontane dal mercato del lavoro”. La Comunicazione afferma che "gli strumenti finanziari dell'UE svolgono già un ruolo chiave nel favorire lo sviluppo di politiche di inclusione basate sull’accesso al mercato del lavoro. Il Fondo sociale europeo offre un quadro finanziario a lungo termine complementare alle fonti di finanziamento nazionale e altre fonti. La Commissione intende incoraggiare l'uso delle disposizioni del nuovo regolamento sul FSE per sostenere misure di inclusione attiva "

che nel Marzo 2008, il Consiglio europeo ha adottato gli orientamenti per le politiche degli Stati membri per il periodo 2008-2010, come parte della strategia di Lisbona rinnovata per la crescita e l'occupazione. L’Orientamento n. 17 è quello di "attuare politiche occupazionali finalizzate al conseguimento della piena occupazione, migliorare la qualità e la produttività sul posto di lavoro, e il rafforzamento della coesione sociale e territoriale". Esso afferma che "l'aumento dei livelli occupazionali costituisce lo strumento più efficace per generare crescita economica e promuovere economie favorevoli all'inserimento sociale.... Particolare attenzione deve essere rivolta alla promozione ... l'inclusione attiva delle persone più escluse dal mercato del lavoro”

che tali orientamenti sono stati assunti nel QSN 2007-2013, in cui nell’ambito della Priorità 4 “Inclusione sociale e servizi per la qualità della vita e l’attrattività territoriale”, viene affermata la particolare attenzione da rivolgere alla definizione di percorsi integrati a sostegno dell’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, ribadendo, anche a tal fine, l’opportunità di raccordare i vari livelli di governo coinvolti, le diverse fonti finanziarie e i diversi strumenti

che il 19 marzo 2008 sono state approvate dalla Commissione Nazionale consultiva e di coordinamento per i rapporti con le Regioni/Province autonome, gli Enti Locali ed il Volontariato le Linee Guida in materia di inclusione sociale a favore delle persone sottoposte a provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria

 

Considerato

che a seguito dell’entrata in vigore del d.lg.vo 112\98, della L. 328\00, e da ultimo della Legge Costituzionale n. 3\01 di modifica del Titolo V della Costituzione, le Regioni/Province autonome e le Amministrazioni locali hanno assunto un ruolo di programmazione, coordinamento ed attuazione delle politiche sociali, formative e del lavoro, al fine di rimuovere gli ostacoli che impediscono la piena parità delle persone nella vita sociale culturale ed economica, quindi, anche dei soggetti sottoposti a provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria limitativi o privativi della libertà personale

che, in considerazione “della finalità rieducativa della pena e della finalizzazione al reinserimento sociale”, sancita dall’art. 27 della Costituzione, le istituzioni ai vari livelli, la comunità civile, nelle sue molteplici espressioni, ciascuno per quanto di competenza, ma insieme in modo integrato, hanno il dovere di adottare azioni e comportamenti adeguati e mirati al superamento delle difficoltà che ostacolano l’esercizio dei diritti da parte delle persone in esecuzione penale e la loro inclusione sociale

che la coerenza programmatica dei livelli di governance europea, nazionale, regionale, e locale, e la necessità di una loro integrazione, sia nella dimensione verticale che orizzontale, appare indispensabile per perseguire la finalità di re-inserimento socio-educativo e lavorativo delle persone, e quindi anche dei soggetti sottoposti a misure penali

che anche la programmazione integrata dei servizi per favorire il reinserimento sociale costituisce, dunque, uno strumento fondamentale per garantire l’erogazione di servizi di qualità, raccordando i vari livelli di governo coinvolti, le diverse fonti finanziarie ed i diversi strumenti, così come previsto nel Quadro Strategico Nazionale per la politica regionale di sviluppo 2007-2013

che il Ministero di Giustizia – Dipartimento per l’Amministrazione Penitenziaria e le Regioni e Province autonome intendono promuovere una strategia integrata di interventi per migliorare l’efficienza e l’efficacia dei servizi di inclusione socio-lavorativa delle diverse fasce di svantaggio sociale con particolare riferimento ai soggetti in esecuzione penale, con l’auspicio che tali interventi possano in futuro coinvolgere anche i minori sottoposti a misure penali e alternative

 

Tenuto conto

che il Regolamento (CE) n. 1081/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio del 5 luglio 2006 relativo al Fondo Sociale Europeo “sostiene azioni transnazionali e interregionali, in particolare attraverso la condivisione di informazioni, esperienze, risultati, buone prassi e lo sviluppo di strategie complementari e di azioni coordinate e congiunte”

che nella nuova programmazione 2007-2013, la cooperazione interregionale e transnazionale è parte integrante del FSE, da realizzare mediante un approccio orizzontale o un asse prioritario dedicato;

che le Regioni/Province autonome aderenti al presente Accordo prevedono nei propri Programmi operativi FSE 2007-2013 linee d’intervento atte a sviluppare percorsi d’integrazione e migliorare il (re)inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati per combattere ogni forma di discriminazione nel mercato del lavoro, nonché a promuovere la realizzazione e lo sviluppo di iniziative e di reti su base interregionale e transnazionale, con particolare attenzione allo scambio di buone pratiche;

che il Ministero della Giustizia - Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria in attuazione del mandato costituzionale ex art. 27 Cost., della legge 26 luglio 1975 n. 354 norme sull’Ordinamento Penitenziario e del D.P.R. 30 Giugno 2000 n. 230 regolamento recante norme sull’Ordinamento Penitenziario, promuove il coinvolgimento dei diversi attori socio-istituzionali per favorire il reinserimento socio-lavorativo dei soggetti in esecuzione penale.

 

Le Amministrazioni firmatarie convengono quanto segue:

Art. 1
 Oggetto e finalità

Le Amministrazioni aderenti al presente Accordo si impegnano a collaborare per la realizzazione del progetto interregionale-transnazionale Interventi per il miglioramento dei servizi per l’inclusione socio-lavorativa dei soggetti in esecuzione penale, i cui ambiti di competenza istituzionale e di attività sono descritti nella scheda sintetica allegata (All.1), che ne costituisce parte integrante e sostanziale.
Il progetto ha l’obiettivo generale di rafforzare il campo di azione delle politiche di inclusione per contrastare fenomeni di discriminazione sociale e lavorativa e governare l’inserimento sociale, formativo e lavorativo delle persone sottoposte a misure dell’Autorità Giudiziaria restrittive della libertà personale.

Art. 2
Governance

Viene costituito un apposito Comitato di Pilotaggio responsabile delle attività di collaborazione avviate nell’ambito della presente intesa. Tale Comitato è composto da rappresentanti designati delle Regioni/Province autonome e dal Ministero di Giustizia - Dipartimento Amministrazione Penitenziaria e avrà i seguenti compiti:

  1. garantire il flusso informativo sistematico e costante sul tema, al fine di consolidare un processo stabile di concertazione e condivisione dei reciproci programmi di attività e mettere in comune le esperienze realizzate
  2. assicurare il monitoraggio sull’andamento generale delle azioni progettuali;
  3. individuare e diffondere le buone prassi nel settore del’inclusione socio lavorativa dei soggetti in esecuzione penale, incentrate sulle caratteristiche dei servizi individuate al punto 2 e realizzate in collaborazione tra il settore del lavoro, della formazione, delle politiche sociali
  4. promuovere, sui singoli territori e a livello interregionale, la creazione o il potenziamento di reti e di servizi per l’inserimento socio-lavorativo rivolti ai soggetti in esecuzione penale
  5. ricavare dalle esperienze realizzate indicazioni per impostare in futuro nuovi interventi a supporto dello sviluppo e dell’innovazione dei servizi per l’inserimento socio-lavorativo rivolti ai soggetti in esecuzione penale
  6. definire e realizzare azioni di cooperazione finalizzate allo scambio di prodotti e servizi ed alla realizzazione di azioni e servizi comuni di interesse interregionale.

E’ prevista la creazione di una Task force integrata a livello centrale, di coordinamento e raccordo delle diverse azioni poste in essere per l’attuazione del progetto interregionale, costituita da esperti di inclusione sociale del Ministero di Giustizia – Dipartimento Amministrazione Penitenziaria e delle Regioni coordinatrici (Lombardia coadiuvata da Lazio e Sardegna), ed esperti interni o esterni che le altre Regioni/Province autonome aderenti al presente Accordo intendano nominare. Tale organo avrà altresì il compito di svolgere azioni di monitoraggio e valutazione in itinere ed ex post della sperimentazione ed implementazione dei modelli organizzativi proposti.
Nello svolgimento delle proprie attività, la Task Force individuerà apposite modalità di collaborazione e sinergie con il Comitato di Pilotaggio, tenendo conto delle indicazioni da questo fornite.
Con l’adesione al Progetto interregionale “Interventi per il miglioramento dei servizi per l’inclusione socio-lavorativa dei soggetti in esecuzione penale”, le Regioni/Province autonome si impegnano a:

  • promuovere una strategia integrata di interventi per migliorare l’efficienza e l’efficacia dei servizi di inclusione socio-lavorativa delle diverse fasce di svantaggio sociale con particolare riferimento ai soggetti in esecuzione penale.
  • promuovere un sistema di servizi territorialmente omogeneo ed efficace con il coinvolgimento degli attori economici, per realizzare percorsi integrati e personalizzati di inclusione lavorativa, nonché individuare modelli organizzativi sostenibili ed eventualmente esportabili
  • avviare interventi per l’inclusione socio-lavorativa dei soggetti in esecuzione penale in coerenza con gli obiettivi del progetto interregionale.

Gli interventi avviati consentiranno di acquisire i dati necessari per la individuazione di uno o più modelli organizzativi di servizi integrati per il reinserimento socio-lavorativo dei soggetti in esecuzione penale, in grado di rispondere alle effettive esigenze dell’utenza e a garantire un miglior livello di sicurezza dei cittadini.
Le Amministrazioni firmatarie individuano la Regione Lombardia come amministrazione coordinatrice dei lavori del Comitato di Pilotaggio, coadiuvata dalle Regioni Lazio e Sardegna.
I compiti di segreteria tecnica e organizzativa relativi alla collaborazione interregionale e transnazionale nonché di supporto alle attività del Comitato di Pilotaggio vengono affidati all’Associazione Tecnostruttura delle Regioni per il FSE, con sede in Roma, via Volturno 58.


Art. 3
Aspetti finanziari

La realizzazione degli interventi sarà sostenuta dalle Regioni/Province autonome e dal Ministero di Giustizia – Dipartimento Amministrazione Penitenziaria attraverso l’utilizzo delle risorse FSE 2007-2013, delle risorse nazionali e di eventuali altre risorse regionali e comunitarie che saranno individuate dalle singole amministrazioni, nell’ambito delle proprie competenze, con successivi provvedimenti amministrativi, compatibilmente con le relative disponibilità finanziarie.

Art. 4 
Durata e validità

Il presente Accordo decorre dalla data della sua sottoscrizione e ha validità per l’intera durata della programmazione 2007-2013, e potrà, se necessario, essere revisionato, su proposta del Comitato di Pilotaggio.
Le Amministrazioni aderenti al presente Accordo concordano altresì di attivarsi per favorire l’estensione a nuovi partner interessati, al fine di ampliare la rete e di promuovere la collaborazione sul tema.
Qualora si presentassero condizioni favorevoli per uno scambio proficuo a livello europeo, tale collaborazione potrà essere estesa anche a livello transnazionale.
 

Letto, approvato e sottoscritto.


Aperto alla firma a Roma il 17 febbraio 2010

 

MINISTERO DELLA GIUSTIZIA

Dipartimento Amministrazione Penitenziaria

PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO

REGIONE ABRUZZO

REGIONE CALABRIA

REGIONE EMILIA-ROMAGNA

REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA

REGIONE LAZIO

REGIONE LIGURIA

REGIONE LOMBARDIA

REGIONE MARCHE

REGIONE PIEMONTE

REGIONE PUGLIA

REGIONE SARDEGNA

REGIONE SICILIA

REGIONE BASILICATA

REGIONE UMBRIA

REGIONE TOSCANA

 

 

Allegato 1

 

SCHEDA SINTETICA DEL PROGETTO INTERREGIONALE-TRANSNAZIONALE

lnterventi per il miglioramento dei servizi per I'inclusione socio-lavorativa dei soggetti in esecuzione penale

 

Amministrazione Proponente: Ministero delle Giustizia - Dipartimento Amministrazione Penitenziaria

Regione Coordinatrice: Lombardia, coadiuvata dalle Regioni Lazio e Sardegna

Regioni/Province Autonome Aderenti: Abruzzo, Basilicata, Bolzano, Calabria, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria, Toscana, Trento.


Quadro generale dell'intervento

Il DAP e le Regioni/Province Autonome intendono promuovere una strategia integrata di interventi per migliorare l'efficienza e l'efficacia dei servizi di inclusione socio-lavorativa delle diverse fasce di svantaggio sociale con particolare riferimento ai soggetti in esecuzione penale, con l'auspicio che tali interventi possano in futuro coinvolgere anche i minori sottoposti a misure penali e alternative. Lo scopo è quello di configurare un sistema di servizi territorialmente omogeneo ed efficace con il coinvolgimento degli attori economici, per realizzare percorsi integrati e personalizzati di inclusione lavorativa, nonché individuare uno o più modelli organizzativi sostenibili ed esportabili. La sicurezza e l'inclusione sociale sono elementi indispensabili per consentire la realizzazione di qualsiasi processo di sviluppo sociale ed economico del territorio. Ciò porta a rivedere gli obiettivi e le strategie delle politiche per la sicurezza e la legalità che, in sinergia con adeguate politiche sociali, dovranno essere finalizzate alla riduzione permanente e continua delle condizioni di insicurezza pubblica e di illegalità dei territori, intervenendo nel miglioramento dei servizi di contrasto all'esclusione sociale, piuttosto che con la sola compensazione degli svantaggi che queste condizioni generano.
La programmazione integrata dei servizi per favorire il reinserimento sociale costituisce, dunque, uno strumento fondamentale per garantire l'erogazione di servizi di qualità, raccordando i vari livelli di governo coinvolti, le diverse fonti finanziarie ed i diversi strumenti, così come previsto nel Quadro Strategico Nazionale per la politica regionale di sviluppo 2007-2013.
Su tale tema occorre tener presente altresì che il 19 marzo 2008 sono state approvate dalla Commissione Nazionale consultiva e di coordinamento per i rapporti con le Regioni/Province autonome, gli Enti Locali ed il Volontariato le Linee Guida in materia di inclusione sociale a favore delle persone sottoposte a provvedimenti dell'Autorità Giudiziaria.
Il consolidamento del partenariato, peraltro già formalizzato nei diversi protocolli d'intesa tra l'Amministrazione Penitenziaria e le Amministrazioni regionali e locali, costituisce la base di partenza per realizzare gli obiettivi progettuali.


Obiettivi generali del progetto

Il progetto ha l'obiettivo generale di rafforzare il campo di azione delle politiche di inclusione per contrastare fenomeni di discriminazione sociale e lavorativa e governare l'inserimento sociale, formativo e lavorativo delle persone sottoposte a misure dell'Autorità Giudiziaria restrittive della libertà personale, promuovendo in particolare l'intervento integrato e “socialmente responsabile” di imprese, cooperative sociali, agenzie e presidi territoriali (Unioncamere, Servizi per l'impiego, Agenzie per il lavoro).
L'obiettivo è chiaramente quello di accompagnare le istituzioni e le organizzazioni (pubbliche e private; profit e non profit) in un percorso di costruzione condivisa dove le giuste istanze economiche vanno coniugate con le attenzioni sociali e ambientali nell'ottica di uno sviluppo sostenibile.
A livello operativo, il progetto intende rafforzare il sistema di governance locale, al fine di svolgere un'efficace azione inclusiva, adottando prioritariamente un approccio preventivo della recidiva ed inclusivo di soggetti che hanno già intrapreso un percorso di detenzione.


Azioni previste

Le azioni da intraprendere saranno realizzate dalle Regioni/Province Autonome aderenti, anche attraverso l'attivazione del partenariato locale coinvolto nella gestione dei servizi sociali rivolti alla specifica fascia di svantaggio sociale in argomento. Nello specifico sono previste le seguenti azioni:

  1. Ricognizione ed analisi sullo stato della programmazione sociale degli interventi di inclusione socio-lavorativa delle persone in esecuzione penale, nei territori regionali interessati. L'attività di ricerca sullo stato della programmazione sociale degli interventi di inclusione sociale dei soggetti in esecuzione penale è finalizzata ad individuare le criticità e la proposizione di efficaci modalità di azione e per favorire il dialogo interistituzionale, al fine di migliorare l'efficacia degli interventi di inclusione sociale dei soggetti in esecuzione penale. Tale azione potrebbe essere affiancata da un'attività di valutazione delle buone pratiche al fine di rilevarne il grado di trasferibilità/adattabilità a diverse realtà territoriali. Sarebbe anche opportuno portare a sintesi le diversità individuate al fine di promuovere processi di trasferimento "mirati". Il confronto su sistemi e modelli organizzativi integrati dovrà mettere in evidenza le attività di servizio messe in opera, rendendo visibili e concretamente esplorabili gli strumenti operativi specifici che tali attività richiedono, nonché i processi che collegano tra loro le diverse attività di servizio e la strumentazione per organizzare, gestire, coordinare e controllare i progetti integrati che collegano in rete più attori di servizio, con particolare attenzione alle competenze professionali necessarie per l'attivazione del progetto stesso.
    Al fine poi di una valutazione degli impatti prodotti, si potrà individuare un adeguato set di indicatori in grado di evidenziare: coerenza ed efficacia degli interventi, ricadute sul processo organizzativo, qualità dell'intervento, innovazione (di processo, di figure professionali, di metodologie), standardizzazione o stabilizzazione del percorso/processo.
    La suddetta attività di ricognizione potrà portare all'adozione, in via sperimentale, di modelli operativi flessibili di inserimento socio-lavorativo, personalizzabili, promuovendo la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti nel processo di reinserimento, anche non istituzionali, con particolare riferimento all'imprenditoria e alla cooperazione sociale. L'attività di analisi potrà riguardare, altresì, le risorse territoriali, sia a livello di possibilità occupazionali, sia con riferimento ai servizi sociali presenti sul territorio di riferimento.Tale azione ricognitiva sarà realizzata a livello regionale, ad opera di ciascuna Regione interessata, con la partecipazione del Provveditorato Regionale dell'Amministrazione Penitenziaria territorialmente competente e con il coordinamento della Task force integrata che sarà all'uopo istituita a livello centrale.
    E' pur vero che alcune amministrazioni Regionali hanno già provveduto ad effettuare tale azione e, in tal caso, le stesse provvederanno a rendere disponibili alle altre Regioni e alla Task force i dati finora raccolti.
  2. Implementazione dei modelli organizzativi di reinserimento socio-lavorativo delle persone soggette a provvedimenti dell'Autorità Giudiziaria privativi o limitativi della libertà personale, eventualmente già individuati nella fase ricognitiva, al fine di migliorarne le potenzialità, adeguandoli al fabbisogno di ogni realtà regionale, avendo come obiettivo ultimo l'incremento, quantitativo e qualitativo, delle opportunità lavorative e la stabilizzazione del rapporto di lavoro per tali soggetti.
    La sperimentazione degli interventi sul territorio servirà per acquisire quei dati necessari per la individuazione di uno o più modelli organizzativi di servizi integrati per il reinserimento socio-lavorativo dei soggetti in esecuzione penale, in grado di erogare servizi di qualità in quanto rispondenti alle effettive esigenze dell'utenza e per garantire un miglior livello di sicurezza dei cittadini.
    A tal fine sono stati identificati, in prima istanza i caratteri che il servizio di qualità dovrà rispettare:
    1. interistituzionalità consolidamento delle reti territoriali
    2. integrazione tra politiche attive del lavoro e politiche formative, tra servizi per l'occupabilità, tra pubblico e privato
    3. interprofessionalità degli operatori
    4. approccio olistico ed individualizzato
    5. organizzazione per processi
    6. programmazione partecipata, coordinamento con la programmazione sociale regionale e nazionale
    7. favorire lo scambio di buone prassi e lo sviluppo di prassi operative uniformi
    8. sostenibilità finanziaria tra azioni, servizi offerti e contesto di riferimento
    9. efficienza nella gestione di risorse.
    Nell'ottica di un coinvolgimento a tutto campo degli attori presenti sul territorio, potranno essere sviluppati progetti imprenditoriali che, valorizzando l'approccio di Responsabilità Sociale di Impresa, creino percorsi positivi rivolti alle persone in esecuzione penale.
    Nel rispetto delle autonomie locali sarà necessario definire un Sistema di governance condiviso tra Provveditorati regionali dell'Amministrazione penitenziaria, le Regioni, gli enti locali e gli altri attori sociali presenti sul territorio per creare un definito, costante ed efficace rapporto "a rete" tra gli operatori istituzionali e gli operatori del sociale, tutti coinvolti nella realizzazione delle condizioni generali di legalità e di recupero sociale.
    L'esito di questa attività potrebbe essere un "programma quadro di massima" di livello politico istituzionale che evidenzi i pilastri imprescindibili per una efficace governance degli interventi di reinserimento sociale e lavorativo delle persone in esecuzione penale e un "pacchetto" di possibili azioni / prassi operative applicabili per un efficace avvio di tali attività. Ciascuna realtà regionale (Regioni, Provveditorati Regionali Amministrazione Penitenziaria, etc.) formulerà un progetto per il miglioramento del Servizio di inclusione che tenga conto di parametri comuni misurabili, tratti dall'analisi delle buone prassi realizzate sul territorio, al fine di consentire il monitoraggio e la valutazione.
    Tale azione sperimentale sarà realizzata a livello regionale, con la partecipazione del Provveditorato Regionale dell'Amministrazione Penitenziaria territorialmente competente e con il coordinamento della Task force integrata che sarà all'uopo istituita a livello centrale.
  3. Formazione congiunta degli operatori. L'analisi realizzata potrà indirizzare l'intervento formativo fornendo un quadro complessivo delle diverse funzioni e caratterizzazioni dei ruoli delineati dalla legge operativamente coinvolti nella gestione degli interventi di inclusione sociale contestualizzando le diverse problematiche presenti in ogni Regione.
    La formazione, che verrà avviata a livello sperimentale dal Ministero di Giustizia -Dipartimento per l'Amministrazione Penitenziaria e sarà realizzata in sinergia con l'attuazione dei modelli organizzativi, di cui alla precedente azione, riguarderà gli operatori professionali provenienti dalle diverse Amministrazioni e/o Enti presenti sul territorio e coinvolti nell'implementazione dei modelli organizzativi; la formazione tenderà allo sviluppo di competenze sulla programmazione degli interventi, sulla progettazione a livello locale e sull'utilizzo delle risorse finanziarie comunitarie, nazionali e locali, sul lavoro in rete, coordinamento e gestione delle risorse e delle iniziative rivolte a soggetti svantaggiati.
    La formazione, in tale ambito, costituirà lo strumento di supporto ed accompagnamento alle funzioni di programmazione e progettazione degli interventi di inclusione socio-lavorativa, per favorire la diffusione di una cultura e di un linguaggio condiviso da parte degli operatori impegnati nei diversi sistemi, tra i servizi penitenziari, formativi, di inserimento lavorativo e socio-assistenziali, in termini di metodologie e strumenti di lavoro, nella lotta all'esclusione sociale, al fine di migliorare la qualità degli interventi e dei servizi.
    La formazione congiunta degli operatori, destinata a rafforzare ed implementare i nuovi modelli organizzativi, potrà essere inserita nel Piano della Formazione dell'Amministrazione Penitenziaria.
  4. Comunicazione-diffusione a livello nazionale delle azioni poste in essere con il presente progetto, a cura dei diversi attori coinvolti, attraverso workshop, seminari tematici, utilizzo di ITC.
    L'attività di sensibilizzazione/pubblicizzazione verrà realizzata in forma integrata, attraverso diversi strumenti di comunicazione, al fine di far conoscere e diffondere gli obiettivi e le finalità del progetto. Essa sosterrà un processo culturale-trasformativo volto a diffondere la cultura della integrazione e della collaborazione interistituzionale, nonché a favorire la programmazione e progettazione integrata degli interventi di inclusione sociale.
    Su questo tema potrebbe essere utile un approfondimento in merito alla "comunicazione sociale", vista la delicatezza del tema e la forte influenza che i contenuti e i modi di comunicazione inerenti queste tematiche hanno sull'opinione pubblica, affrontando anche le diverse modalità comunicative rispetto agli obiettivi (sensibilizzazione, creazione di consenso, informazione, stimolazione dei decisori, ecc.) e ai diversi target da raggiungere (operatori, cittadinanza, decisori, altri).
    Tale azione sarà svolta con il coordinamento del Ministero di Giustizia - Dipartimento per l'Amministrazione Penitenziaria in sinergia con le Regioni interessate e gli altri soggetti coinvolti nel progetto (Terzo Settore, Imprenditoria, Volontariato, Associazioni di categoria).
  5. Monitoraggio e valutazione. Con il supporto della Task force, il Ministero di Giustizia - Dipartimento per l'Amministrazione Penitenziaria e le Regioni concorderanno un sistema di indicatori in grado, sia di guidare il percorso progettuale e eventuali ridefinizioni in corso d'opera, sia di evidenziare gli aspetti di efficacia/efficienza delle proposte finali. La Task force realizzerà appositi report di monitoraggio e di valutazione in itinere ed ex post della sperimentazione ed implementazione dei modelli organizzativi proposti da presentare in seno all'organismo di governance del progetto (Comitato di Pilotaggio).


Proposte procedurali per l'attivazione del progetto interregionale

Le procedure di attivazione del progetto verranno avviate attraverso la definizione ed approvazione di uno specifico Accordo, che sarà sottoscritto dal Ministero di Giustizia - Dipartimento per l'Amministrazione Penitenziaria e le Regioni/Province Autonome aderenti.
Attraverso la sottoscrizione di tale Accordo, le Amministrazioni aderenti si impegnano ad avviare la collaborazione interregionale-interistituzionale e a realizzare le azioni previste nel progetto, nel rispetto delle competenze.
Qualora si presentassero condizioni favorevoli per uno scambio proficuo a livello europeo, tale collaborazione potrà essere estesa anche a livello transnazionale.
La realizzazione degli interventi sarà sostenuta dalle Regioni/Province autonome e dal Ministero di Giustizia - Dipartimento per l'Amministrazione Penitenziaria attraverso l'utilizzo delle risorse FSE dei PO 2007-2013, di risorse nazionali e di eventuali altre risorse regionali e comunitarie.
Il protocollo d'intesa sarà preferibilmente "aperto" (ovvero, lascerà alle Amministrazioni la possibilità di attivarsi per ampliare il partenariato, favorendo la partecipazione di ulteriori Autorità centrali e regionali, a livello italiano ed europeo) e prevederà la costituzione di un Comitato di Pilotaggio.
Tale Comitato di Pilotaggio sarà composto da rappresentanti designati delle Regioni/Province autonome e dal Ministero di Giustizia - Dipartimento per l'Amministrazione Penitenziaria e avrà i seguenti compiti:

  • garantire il flusso informativo sistematico e costante sul tema, al fine di consolidare un processo stabile di concertazione e condivisione dei reciproci programmi di attività e mettere in comune le esperienze realizzate
  • assicurare il monitoraggio sull'andamento generale delle azioni progettuali; individuare e diffondere le buone prassi nel settore del'inclusione socio lavorativa dei soggetti in esecuzione penale, incentrate sulle caratteristiche dei servizi individuate al punto 2 e realizzate in collaborazione tra il settore del lavoro, della formazione, delle politiche sociali
  • promuovere, sui singoli territori e a livello interregionale, la creazione o il potenziamento di reti e di servizi per l'inserimento socio-lavorativo rivolti ai soggetti in esecuzione penale
  • ricavare dalle esperienze realizzate indicazioni per impostare in futuro nuovi interventi a supporto dello sviluppo e dell'innovazione dei servizi per l'inserimento socio-lavorativo rivolti ai soggetti in esecuzione penale
  • definire e realizzare azioni di cooperazione finalizzate allo scambio di prodotti e servizi ed alla realizzazione di azioni e servizi comuni di interesse interregionale.

E' prevista la creazione di una Task force integrata a livello centrale, di coordinamento e raccordo delle diverse azioni poste in essere per l'attuazione del progetto interregionale, costituita da esperti di inclusione sociale del Ministero di Giustizia - Dipartimento per l'Amministrazione Penitenziaria e delle Regioni coordinatrici (Lombardia, Lazio e Sardegna), ed esperti interni o esterni che le altre Regioni/Province autonome aderenti all'Accordo intendano nominare. Tale organo avrà altresì il compito di svolgere azioni di monitoraggio e valutazione in itinere ed ex post della sperimentazione ed implementazione dei modelli organizzativi proposti.

Nello svolgimento delle proprie attività, la Task Force individuerà apposite modalità di collaborazione e sinergie con il Comitato di Pilotaggio, tenendo conto delle indicazioni da questo fornite.
I compiti di segreteria tecnico organizzativa del progetto nonché di supporto alle attività del Comitato di Pilotaggio verranno svolti da Tecnostruttura delle Regioni per il FSE Si riporta, di seguito, l'elenco delle attività in capo alle singole Amministrazioni coinvolte nella fase di avvio del progetto.
 

Attività in capo alle Regioni

  • Adozione degli atti amministrativi per la formalizzazione dell'adesione all'iniziativa (delibere di giunta/decreti, ecc. di approvazione del protocollo d'intesa e del progetto) 
  • Sottoscrizione del protocollo d'intesa
  • Adozione degli atti necessari all'avvio degli interventi a livello regionale
  • Segnalazione dei rappresentanti delle Regioni/PA aderenti del costituzione del Comitato di Pilotaggio del progetto, previsto all'interno del protocollo d'intesa
  • Realizzazione delle azioni 1 e 2.


Attività in capo all’ Amministrazione coordinatrice (Regione Lombardia) con il supporto di Tecnostruttura

  • Raccordo operativo tra il Ministero di Giustizia - Dipartimento per l'Amministrazione Penitenziaria e le Regioni/Province Autonome
  • Organizzazione, sorveglianza e gestione dei lavori del Comitato di Pilotaggio ai fini del perseguimento degli obiettivi del progetto


Attività in capo al DAP

  • Sottoscrizione del protocollo d'intesa
  • Segnalazione dei rappresentanti del Comitato di Pilotaggio del progetto, previsto all'interno del protocollo d'intesa
  • Realizzazione dell'Azione 3. Adozione degli atti necessari a garantire a livello sperimentale la formazione degli operatori
  • Realizzazione dell'Azione 4. Promozione del progetto presso gli uffici penitenziari, comunicazione, valorizzazione e diffusione dei risultati a livello nazionale
  • Realizzazione dell'Azione 5. Costituzione della Task Force, nonché definizione delle linee guida per il monitoraggio e la valutazione degli interventi oggetto dell'iniziativa e loro condivisione con il Comitato di Pilotaggio
  • Verifica della coerenza dei risultati intermedi e finali conseguiti dagli interventi finanziati con le strategie nazionali del Ministero di Giustizia - Dipartimento per l'Amministrazione Penitenziaria sul tema.